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Merry Christmas – Tra Natale e Psicologia
Natale è una festa che unisce grandi e piccini, aspettative e realtà, per questo ho deciso di fare una piccola ricerca sugli studi effettuati in merito e di riassumere le situazioni tipiche di questo periodo dando anche un punto di vista psicologico.
LO SCAMBIO DEI REGALI
Secondo Sophie Chevalier e Anne Monjaret (2005), due studiose francesi (Getting Gifting. Scientific American Mind, 16(4), 12-13), tutte le culture del mondo, per quanto diverse, condividono l’usanza dello scambio dei doni. Questa usanza è vincolata alla logica della reciprocità, per questo è anche fonte di enormi aspettative: un dono può esprimere i propri sentimenti, ma farlo o riceverlo genera anche molta ansia… perché?
Dal loro esame è emerso che la scelta del regalo cela l’importanza che si attribuisce alla persona che lo dovrebbe ricevere, quindi ciò che innesca la sensazione di stress sarebbe il calcolo necessario per stabilire il valore della relazione e di conseguenza del regalo da corrispondere.
Seguendo questa logica, anche riceverlo comporta un alto grado di stress, infatti metterebbe in moto un meccanismo di confronto con ciò che si è preparato per lo scambio.
Fortunatamente, non tutte le ricerche hanno messo in evidenza l’importanza del mero bene materiale. Da alcuni studi dello psicologo Ryan Howell, dell’Università della California, emerge che, raggiunto un certo grado di benessere, più soldi non fanno la felicità. ” Una cosa deludente degli oggetti materiali è che spesso non portano con sé l’attitudine ad usarli, rimanendo qualcosa di fine a se stesso” (R. Howell), in pratica una montagna di regali può anche far sentire un pò vuoti.
Da ciò che emerge, mi verrebbe da consigliare di puntare sul donare corsi, libri, etc… qualsiasi cosa che permetta di investire su se stessi e sulle proprie passioni!
PROPOSITI PER IL NUOVO ANNO
Con la venuta del nuovo anno, si fanno nuovi propositi, ma, com’è noto, la maggior parte di questi vanno in fumo entro pochi mesi.
Come mai?
Esistono diverse motivazioni: a volte ci fissiamo obiettivi irrealistici, altre entra in gioco la procrastinazione, altre ancora si ritiene sufficiente il solo pensiero di voler cambiare. Quest’ultimo è un fenomeno riconosciuto in psicologia come “predizione affettiva”: la sensazione di benessere prodotta dalla scelta di un buon proposito, fa immaginare che alla sua realizzazione continuerà questa sensazione; purtroppo lo scontro con la dura realtà riguardo la difficoltà di raggiungere l’obiettivo prefissato, farà presto desistere la persona dal proseguire in questa ricerca.
Tutto ciò potrebbe far desistere anche la persona più motivata, ma in realtà è sempre positivo cercare di migliorarsi, cercare di uscire dalla propria comfort zone.
L’unico piccolo consiglio che mi sento di dare è… Non aspettate il passaggio tra dicembre e gennaio per porvi degli obiettivi di miglioramento! Cambiare richiede tempo, energia, forza di volontà e apertura mentale, bisogna imparare a porsi dei micro-obiettivi per sviluppare l’impegno necessario a creare le basi per delle buone piccole abitudini, che ci aiuteranno a raggiungere i macro-obiettivi prefissati. Imparando questi piccoli trucchi (fissare micro-obiettivi), ci potremo piacevolmente stupire di quanti risultati avremo ottenuto alla fine dell’anno prossimo.
BENEFICENZA
Uno studio pubblicato nel 2013 dalla rivista Journal of Personality e Social Psychology, che ha coinvolto soggetti provenienti da 136 nazioni, ha evidenziato che utilizzare il proprio denaro per sostenere persone più bisognose aumenta il proprio benessere, quasi quanto raddoppiare il proprio reddito.
Molti altri studi supportano questa visione, infatti emerge che spendere denaro per gli altri dona molta più felicità, quindi dare è meglio che ricevere! Ma approfondendo i dati, molti ricercatori hanno affermato che spesso la beneficenza sia più una ricerca di gratificazione personale che non di risultati concreti, ossia sembrerebbe che la vera gioia stia nella sensazione egoistica di aver risolto un problema.
Che derivi dall’egoismo o dall’altruismo, poco importa; il concetto fondamentale è: donare fa bene al prossimo e a noi, quindi perché non farlo?
CHRISTMAS BLUES o DEPRESSIONE NATALIZIA
Per alcuni, i festeggiamenti forzati e le luci sfavillanti portano ansia, insonnia, crisi di pianto, pensieri negativi e anedonia, sensazioni negative legate a diversi stressors, che vanno dalla solitudine ai semplici cambiamenti stagionali come la diminuzione delle ore di luce e della produzione di serotonina. È necessario distinguere la Christmas Blues dal Disturbo Affettivo Stagionale (DSM5), che riguarda episodi depressivi importanti, aventi esordio stagionale, non collegabili ad altri fattori stressanti, con remissioni che avvengono in determinati periodi dell’anno .
Alcune strategie di fronteggiamento per la depressione natalizia potrebbero essere: cercare di diminuire lo stress e l’ansia legati alle aspettative, non forzarsi di apparire gioiosi, ma parlare delle proprie emozioni alle persone vicine, concentrarsi sull’hic et nunc (qui e ora), prendersi cura di sé, godere delle ore di luce, etc. Se la remissione dal Christmas Blues non avviene spontaneamente e il disturbo assume forme ingravescenti o fortemente limitanti si suggerisce di rivolgersi ad un professionista (es. psicoterapeuta).
L’unico consiglio che mi sento di dare è: cercate di “abbracciare” anche le emozioni negative, possono aiutare a comprendere meglio noi stessi, i nostri bisogni, i nostri limiti…
Vorrei semplicemente concludere augurando a tutti Voi un Sereno Natale.
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